giovedì 19 giugno 2014

BAMBINO 44

Nell'Unione Sovietica del 1953, Leo è un ufficiale dell'MGB (precursore del KGB), ma soprattutto è un servo del sistema, quel sistema che addestra i suoi adepti alla crudeltà e coltiva le paure del popolo. La vita di ogni cittadino è sotto il costante mirino di una Polizia di Stato che per il bene comune si fa portavoce di una legge che punisce e basta. 

Sei sospettato? Considerati già morto. Così deve essere. Così è





Leo è stato addestrato per rendere il suo cuore crudele e non c'è altra legge al di fuori di quella di Stalin a cui si deve prestare con cieca e sottomessa obbedienza.
Quando il figlio di un suo collega viene trovato morto spetta a lui insabbiare il caso (anche se inconsapevolmente) convincendo il padre della vittima che si è trattato di un incidente e non di un omicidio. Il piccolo Arkadij è stato travolto da un treno mentre giocava nei pressi della ferrovia, fine della storia. Ma le cose sono andate diversamente e ci vorrà del tempo prima che lo stesso Leo si renda conto che in Unione Sovientica la parola "giustizia" serve solo da facciata.
Per la Polizia di Stato è molto più facile affibbiare la colpa a qualche emarginato della società, o a qualcuno di momentaneamente scomodo, l'importante è chiudere il caso e uscirne vittoriosi. Invece è proprio perchè in uno Stato libericida il crimine non esiste, non deve esistere, che un serial killer può uccidere indisturbato.
Leo abituato a non dormire per giorni pur di catturare l'uomo che gli veniva indicato dall'MGB, ad assumere anfetamine pur di non cedere ai normali cali fisiologici tipici dell'essere umano, deciderà di cambiare nel momento in cui il dito dei suoi superiori verrà puntato contro sua moglie.
Denunciarla e quindi condannarla, o difenderla e mettere a repentaglio la sua vita e quella dei genitori? Una vita contro tre, la scelta non dovrebbe essere difficile, eppure Leo non vuole più far parte di un sistema capace di mistificare anche un semplice gesto.
La ribellione lo porterà all'esilio, ma questa volta Leo non subirà le scelte degli altri, perchè vorrà fare giustizia catturando il killer che ormai ha già barbaramente ucciso 45 bambini, tutti secondo lo stesso modus operandi.


"Bambino 44" è veramente un bellissimo romanzo, con una buona dose di thriller, ma non solo. 
A un'attenta e raggelante ricostruzione storica si aggiunge l'evolversi di un personaggio che da "cattivo" diventerà "buono", tante "comparse", una caccia all'uomo ricca di azione e poi un epilogo, quasi commovente, finalmente necessario per espiare definitivamente ogni colpa.
La sola copertina è capace di catapultare il lettore nel freddo clima di terrore che lo accompagnerà per 440 pagine: una coltre di neve macchiata di sangue attraversata dai binari di un treno, due indelebili cicatrici lungo L'Unione Sovietica.

Splendido! 

Non lo consiglio a chi non sa assolutamente nulla della seconda guerra mondiale.
Lo consiglio vivamente a chi si appassiona subito ad un libro storico di questo genere, lo consiglio a chi starebbe sveglio tutta la notte pur di finirlo (io ho fatto così)!

3 commenti:

  1. Beh, allora la storia non è poi così terribile, hai visto!? Recensione molto accattivante!

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  2. Credo che con la storia della seconda guerra mondiale non avrò problemi prof.!

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