domenica 23 marzo 2014

I cavalieri del congiuntivo

Giovanna è una ragazza che vive nell’isola dell’indicativo assieme a suo fratello Tommaso. In questo ultimo periodo Giovanna si interroga sull’amore; ogni giorno vede ragazze innamorate e si chiede il perché siano così sgradevoli e ridicole. Una sera, mentre la protagonista è a letto a continuare la sua inchiesta sull’amore, un ometto basso le se avvicina, presentandosi col nome di Enrico. Esso dice a Giovanna di soffrire della sua stessa malattia, la curiosità, e di essere un cartografo. Spiega inoltre che se è interessata al suo lavoro, lui la può passare a prendere il giorno successivo per darle una dimostrazione di quello che fa.

Il giorno seguente, come promesso, il cartografo prende con sé la ragazza e la conduce al campo d’aviazione, perché per fare il cartografo bisogna vedere il mondo dall’alto. I due salgono su di un elicottero e, durante il viaggio, Enrico racconta come ha abbandonato la carriera di fantino ed ha intrapreso la professione attuale che ama profondamente. Vedendo il mondo dall’alto, Giovanna scopre che la sua isola, quella dell'Indicativo, fa parte dell’arcipelago della Coniugazione, composta dall’isola degli Imperativi, dei Condizionali, dei Gerundi, dei Congiuntivi e degli Infiniti. Durante il viaggio, il cartografo, che deve disegnare tutto l’arcipelago, chiede a Giovanna di descrivergli ciò che vede per potere riportarlo sulla carta. Insieme, poi, esplorano l’isola dell’Infinito, dove vi sono verbi che devono essere “vestiti” con le varie coniugazioni. Successivamente si spostano sull’isola degli Imperativi, soprannominata l’isola dei matti, perché vi sono verbi che tutti i giorni sanno solo dare ordini.



Rientrando a casa, Giovanna non trova più suo fratello Tommaso. Improvvisamente Enrico, convocato dal dittatore Necrode, rientra assieme alla ragazza all’isola dell’Indicativo. Necrode vuole annientare l’isola del Congiuntivo, perché i congiuntivi sono l’universo del dubbio, dell’attesa, oltre che del sogno e della libertà, nemici di tutti i dittatori. Per fare questo vuole che Enrico gli disegni la carta dell’isola che vuole conquistare, ma, essendo l’isola del dubbio, muta continuamente forma ed il cartografo non riesce perciò a disegnarla. Durante il volo, una forte tempesta li fa cadere sull’isola del Congiuntivo, dove Giovanna ritrova finalmente il fratello che è impegnato a cercare di ritagliare il mare, simbolo del sogno e quindi del congiuntivo, per darne ad ognuno un pezzetto in cui vedere i propri sogni.
Alla ragazza piace moltissimo l’isola del Congiuntivo, ma vuole tornare alla sua isola, perché l’Indicativo è concreto e presente e torna a casa con la consapevolezza di cos’è l’amore. L’amore è sogno, speranza, l’amore è congiuntivo.
Durante il rientro in volo vedono che nell’isola dell’Indicativo sono stati accesi tantissimi falò, dimostrazione del fatto che è successo sicuramente qualcosa di straordinario, ma, a causa del calore prodotto, l’elicottero non riesce ad atterrare e rimane sospeso in aria fino a quando non verranno spenti i fuochi.
La storia mi ha lasciato un po’ troppo in sospeso, io al posto dell’autore avrei fatto terminare ciò che si stava raccontando, perché alla fine del libro ci si chiede che fine farà Giovanna e se riuscirà a tornare nell’isola. D'altronde però, è questo il bello dei libri, perché così l’autore dà libera scelta del finale al lettore.
Si può dire che questo libro sia un’analisi logica della vita. Questo è stato uno dei romanzi più belli che io abbia mai letto e non vedo l’ora di leggere il terzo della serie.
La lettura del libro è stata abbastanza faticosa, dato che vi sono concetti difficili da comprendere. Nonostante tutto sono soddisfatta della lettura che ho intrapreso e spero che ricapiteranno altre occasioni come questa, perché, ripeto, è un libro stupendo.

2 commenti:

  1. Un testo curiosissimo!!! Non vedo l'ora che arrivi l'estate per cogliere questi tuoi suggerimenti di lettura!

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  2. Ahahah, ci avrei scommesso che il congiuntivo l'avrebbe incuriosita! ;) Lo legga...è molto bello!

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