La storia narra di due ragazzi, uno ebreo, Hans Schwarz, l’altro tedesco di nobili origini, Konradin van Hohnfles.
Tra i due nasce una profonda amicizia non destinata a durare a causa della salita al potere di Hitler, che spinge Hans a rifugiarsi in America. Dopo alcuni anni, Hans riceve una lettera dal liceo che i due amici frequentavano, contenente i nomi dei caduti durante la seconda guerra mondiale.
Tra i due nasce una profonda amicizia non destinata a durare a causa della salita al potere di Hitler, che spinge Hans a rifugiarsi in America. Dopo alcuni anni, Hans riceve una lettera dal liceo che i due amici frequentavano, contenente i nomi dei caduti durante la seconda guerra mondiale.
Tra questi scorge quello di Konradin: giustiziato per aver tentato alla vita del Führer.
Da qui Fred Uhlman, l’autore, coglie il titolo adatto per il suo libro: L’amico ritrovato.
È un libro capace di toccare i sentimenti del lettore, non attraverso i temi trattati di carattere effettivamente grave e crudo, bensì attraverso una storia di amicizia mai realmente finita e risbocciata tra le ceneri del post seconda guerra mondiale.
Leggendolo, assaporando questo testo fino all’ultimo punto d’inchiostro, ci si rende conto che nonostante i tempi siano cambiati, nonostante le diverse etnie si riversino in qualsiasi città al giorno d’oggi, l’ideale di amicizia non è mai variato nel corso del tempo. Ci si trova sempre a raccontarsi i propri segreti, le proprie paure e le proprie emozioni, proprio come anni fa, alla ricerca di amicizie vere e sincere: indelebili.
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