"Il guaio è che i grandi si illudono di sapere che cosa succede dentro la testa di un bambino di dieci anni".
Questo è quello che pensa Peter Fortune, un bambino che vive con la sua famiglia in una città dell'Inghilterra.
Peter apparentemente è un bambino come tutti gli altri, non fa cose strane, però i grandi dicono che lui è un bambino difficile.
Forse perché se ne sta sempre zitto e gli piace stare da solo coi suoi pensieri.
Peter Fortune è un "inventore di sogni" e trascorre le sue giornate a inventare storie immaginarie, in un mondo tutto suo.
I suoi genitori gli fanno delle domande ma lui non risponde, rimane imbambolato, se gli chiedono di fare delle cose non li ascolta, e finisce per fare dei guai, come dimenticare la sorellina Kate sull'autobus.
Peter è distratto perché è sempre impegnato a immaginare qualcosa, come entrare nel corpo del vecchio gatto William e uscire la notte a combattere con gli altri gatti del vicinato, oppure scoprire la pomata Svanillina, una pomata che fa sparire le persone, e spalmarla su tutta la famiglia. Le bambole della sorella lo aggrediscono:gli staccano un braccio e una gamba, l'anziana vicina diventa la temibile ladra di appartamenti. In questo breve romanzo, avvincente e ironico, si parla di quanto la fantasia possa essere importante per affrontare le paure e le difficoltà del crescere. Oltre a essere un inno alla fantasia,questo libro parla anche di "diversità", intesa come qualcosa di particolare che tutti i ragazzi " inventori di sogni " possiedono e che li fa sembrare distratti e assenti, e perciò incompresi dagli adulti.
Leggendo questo libro mi sono sentita anche io un po' come Peter Fortune, per esempio quando guardo la cartina geografica appesa in classe, penso ad avventure fantastiche mentre intorno a me, proprio come accade a Peter, il mondo dei grandi mi richiama all'ordine.
Ma Peter, nei suoi numerosi viaggi fantastici, immaginerà anche di essere cresciuto, di svegliarsi con le braccia, le gambe di un adulto, e la barba sulla faccia. E scoprirà, immaginando di baciare la bella Gwendoline, che anche il mondo dei grandi potrà riservargli in futuro avventure emozionanti e che in fondo crescere non è poi così male.
Consiglio questo libro a chi non crede nella fantasia e a chi pensa che, starsene sopra al letto a guardare il soffitto, inventandosi sogni, sia solo una perdita di tempo.
Lo consiglio anche a tutti quegli adulti troppo seri che hanno dimenticato quello che di bello succede nella testa di un bambino.
Gran bel libro... quando esisteva ancora (ufficialmente) l'ora di narrativa l'abbiamo letto in varie classi con ottimi risultati! Anni fa, con una classe, abbiamo visto anche uno spettacolo teatrale ispirato al romanzo di McEwan... Bene la recensione. Occhio agli spazi dopo la punteggiatura!
RispondiEliminaRiguardo gli spazi...Sono stati fortunati gli alunni che hanno visto lo spettacolo...Già il libro è molto bello, l'opera teatrale sarà stata meravigliosa!
RispondiEliminaAggiornato!
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